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El Silencio Loco

Tipo di progetto

Mostra personale

Data

Giugno 2025

El Silencio Loco di Alejandro Señero


«Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore.»
Rainer Maria Rilke

C'è un silenzio che urla, che si fa corpo, che danza muto sulla superficie della tela come un rito arcaico dimenticato. Alejandro Señero, in El Silencio Loco, non dipinge figure: evoca apparizioni. Creature nude e ieratiche, emergono dal fondo come idoli marini o sibille di un culto sommerso. Non raccontano storie, non parlano: stanno. Resistono. Colossi di una meraviglia perduta, abitano il tempo verticale del mito.

Nelle grandi tele, arazzi-teleri pensati per trasfondere di questa tensione mitopoietica gli ambienti neonati del Ramo d’Oro, il gesto è essenziale, quasi liturgico. Linee nere decise racchiudono campiture piatte, reminiscenza tanto dei découpage di Matisse quanto delle bagnanti di Picasso, e ci conducono all’intersezione di quegli universi sognanti ed evanescenti che palpitano nei dipinti di Leonor Fini e nei disegni di Cocteau. Eppure c’è qualcosa di più oscuro, notturno, che serpeggia tra i due lati dei supporti e che abita le stoffe scure disegnate a gesso: l’inverso della pittura, il suo doppio silenzioso. Un negativo simbolico. Il corpo qui si fa soglia — tra visibile e invisibile, tra materia e simbolo, tra giorno e notte. Ecco allora il doppio volto del ciclo pittorico: il rimando costante tra apollineo e dionisiaco, di quella musica che congela e che sborda, caos androgino che si confonde con l’armonia.

Le pose delle figure — mani giunte, seni offerti, occhi chiusi — non esprimono sentimenti individuali, ma posture universali. Señero disegna un teatro sacro, dove ogni figura è al contempo soggetto di sguardo e simbolo inscritto, carne e ornamento. In esse si intrecciano l’eredità mediterranea arcaica, la memoria delle pitture etrusche, il respiro dei sileni e delle sirene, il dinamismo più primitivo del novecento, i ciuffi tenaci e familiari della pampa.

Ma c’è anche qualcosa di contemporaneo e inquieto in questi portali di stoffa, in questi custodi-totem. I corpi di Señero sono sessuati ma non sessuali, sensuali ma non offerti: si muovono in uno spazio fluido, visionario. Potrebbero appartenere a Christina Quarles o alle metamorfosi di Bourgeois, ma radicati in un'iconografia tutta personale, quasi pagana e infantile insieme: una parata pregna d’ambiguità, di un erotismo immacolato che risale ai confini del tempo.

Il “silenzio” di Señero vibra, è mistico e animalesco, essenziale e decorativo, intimo e pubblico. È il silenzio del corpo prima della parola, o dopo la fine del linguaggio. Il silenzio delle cose che resistono ad essere dette, ma chiedono di essere guardate. Un silenzio, appunto, folle.

Alessandro Bernardini



Alejandro Señero, è nato a Rosario, in Argentina, nel 1993. Trascorre la sua infanzia nel paese agricolo di Bigand, nella provincia di Santa Fe, dove cresce lavorando tra i campi di suo nonno. Ha un grande interesse per la poesia e la filosofia ed è profondamente ispirato dalla musica, che ascolta insieme ai suoi amici con cui condivide gruppi di rock, calcio e boxe. A vent'anni parte per il Regno Unito per imparare l'inglese, poi in Spagna incontra Julie, sua futura moglie, e insieme si stabiliscono in Francia. I primi mesi vivono a Bordeaux, dove viene assunto per realizzare lavori di pittura per la facciata di una nave sul fiume Garonna. È questa la prima volta in cui entra in contatto con i pennelli; l'attrazione è tale che durante le pause del lavoro sulla nave realizza piccoli tentativi creativi con i materiali rimanenti del cantiere. Motivato da questo incontro con le arti plastiche e contro ogni previsione, decide di lanciarsi pienamente nella produzione artistica. E nel suo primo anno di esposizione realizza una dozzina di piccole mostre in Argentina, di cui la più grande a Buenos Aires. Dopo il ritorno in Francia continua a esporre in diverse città, tra cui Aix-en-Provence, Crest, Polligny, Beaufort, e inizia a lavorare con gallerie di Buenos Aires, Londra e Berlino. L'anno successivo partecipa a due fiere internazionali a Madrid e Città del Messico. La sua ultima esposizione personale ha avuto luogo in Francia con trenta dipinti e trenta disegni selezionati tra un centinaio di lavori. Oggi lavora a Torino, per la prima volta in Italia, dove trova una nuova visione attraverso l'arte antica greco-romana.

Luogo

Ramo d'Oro - Galleria Umberto I, Torino

C'è un silenzio che urla, che si fa corpo, che danza muto sulla superficie della tela come un rito arcaico dimenticato. Alejandro Señero, in El Silencio Loco, non dipinge figure: evoca apparizioni. Creature nude e ieratiche, emergono dal fondo come idoli marini o sibille di un culto sommerso. Non raccontano storie, non parlano: stanno. Resistono. Colossi di una meraviglia perduta, abitano il tempo verticale del mito.

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